Trieste - La Chiesa della Santissima Trinità e di San Spiridione
tra Piazza Sant'Antonio, via San Spiridione e via Genova

La chiesa, nota anche con il nome di “Chiesa degli Schiavoni”, sorge sul sito in origine occupato dalla chiesa settecentesca, dedicata a San Spiridione e alla Santissima Trinità, di proprietà della Confraternita Greca-Illirica, autorizzata con decreto del 1751 da Maria Teresa alla costruzione di un proprio tempo.

Con la divisione nel 1781 della comunità in due gruppi si distinguono due sedi di culto: la chiesa di San Nicolò per i greci e la chiesa di San Spiridione per la componente serbo-ortodossa. Nel 1861 il tempio di San Spiridione viene demolito in seguito ai lavori di interramento delle saline nell'omonimo Borgo. Già nel 1858 la comunità serbo-ortodossa bandisce un pubblico concorso per la presentazione di un progetto per la nuova chiesa, la cui scelta è affidata all'Accademia delle Belle Arti di Venezia. Tra i sette disegni proposti viene scelto quello dell'architetto Carlo Maciacchini (1818-1899), mentre la direzione dei lavori viene affidata all'ingegnere triestino Pietro Palese (1812-1898).

Conclusi i lavori di edificazione nel 1868, il tempio viene benedetto il giorno 20 settembre 1869 dall'archimandrita German Angelic in rappresentanza del patriarca Samuilo Masirevic. Solo nel 1885 viene completata la decorazione musiva da parte della ditta veneziana Murano sulla base dei disegni del pittore milanese Pompeo Bertini; le rimanenti parti decorative vengono realizzate dal milanese Antonio Caremmi. Nel primo progetto l'architetto Maciacchini elabora la facciata principale con l'ingresso su Via San Spiridione, non rispettando le indicazioni della "Patente di Tolleranza" concepita da Maria Teresa nel 1751 e basata sul divieto di aprire il pubblico accesso sulla strada principale per i culti non cattolici; con approvazione dell'agosto 1860 viene concessa la deroga e approvato il disegno originario. L'architetto lombardo, vincitore del concorso per il Cimitero Monumentale di Milano e socio onorario della Reale Accademia di Belle Arti di Brera, concepisce una struttura "in istile bizantino-orientale ed è formata in una croce greca nella sua parte icnografica, avente sugli angoli 4 campanili, che servono a sostegno della gran cupola centrica" (Generini, 1968, p. 320).
L'immobile è caratterizzato da pianta a croce greca, di altezza pari a 40 metri, con cupola centrale sostenuta da quattro pennacchi e tre calotte absidali emisferiche che ricoprono tre bracci della croce. L'impianto è completato da quattro campanili di dimensioni ridotte. La copertura è in lamiera verniciata. La decorazione interna è costituita da affreschi su fondo oro di ispirazione bizantina. Al centro della cupola è raffigurato "Cristo Pantocratore" circondato da un cielo stellato, completato nell'archivolto di fronte da due "Angeli reggicartiglio". Nello spazio absidale si dispiegano la narrazione di "San Spiridione al concilio di Nicea" e l'immagine della "Vergine Assunta"; una teoria di "Santi" della Chiesa orientale sono raffigurate nelle pareti laterali. Le lunette interne presentano tre affreschi raffiguranti la "Tomba di San Spiridione", i santi Elia e Giovanni Battista. Nei pennacchi sono rappresentati gli evangelisti. L'iconostasi, a chiusura della zona del presbiterio, è in muratura rivestita di stucco dorato e arricchita da dipinti: al centro nella parte superiore si trova una "Crocefissone" tra le immagini della "Resurrezione" e il "Battesimo di Cristo", mentre nel registro centrale sono affrescati quattro "Santi" della Chiesa serba. La struttura è completata da quattro grandi icone con "San Spiridione, la "Vergine col Bambino", "Cristo Re" e l'"Annunciazione". I prospetti esterni sono caratterizzati dall'uso di pietre diverse, tra cui la pietra delle cave di santa Croce del Carso, quella proveniente dalle isole Brioni d'Istria, marmo di Carrara e marmo rosso di Verona. La facciata principale è decorata da mosaici su fondo oro; nella lunetta è raffigurato il santo protettore della chiesa, nelle nicchie diversi santi e nel timpano gli evangelisti con il Padre Eterno. I rimanenti mosaici rappresentano teorie di santi contornati da motivi vegetali e simboli diversi.- (da: biblioteche.comune.trieste.it)

La decorazione interna raffigura scene cristologiche e immagini relative alla vita del santo titolare della chiesa, che sono riprese anche nella facciata esterna dove sono affiancate da figure di santi scolpite da Emilio Bisi. Lo spazio interno è arricchito da esempi preziosi di suppellettile ecclesiastica, in parte commissionati per la chiesa stessa, in parte donati da illustri personaggi legati alla comunità; all'interno del gruppo si segnalano le diverse icone, quale la "Madonna Hodigitria con angeli", l'altare con paliotto di brozo, quattro candelieri donati da Giovanni Prelog, il dipinto ottocentesco della Crocifissione con argento e pietre preziose e una coppia di piatti d'altare di bottega veneta del XVIII secolo. Il tempio è stato interessato da numerosi interventi di restauro, tra cui nel 1917 la rimozione delle coperture in rame delle cupole.

L’interno presenta affreschi e pitture di pregio ma, ciò che domina su tutto, è l’iconostasi in legno massiccio, riccamente ornata da intagli, che divide il presbiterio dal resto della chiesa. Le quattro icone, raffiguranti la Madonna, Gesù, S. Spiridione e L’Annunciazione, realizzate a Mosca all’inizio dell’800, sono ricoperte di oro e argento.


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